Recensione in anteprima – Venezia 74 – Fuori concorso – Nuovo film diretto da Stephen Frears dopo la divertente commedia “Florence”. Un altro tuffo nel passato della nazione inglese che rievoca una vicenda reale conosciuta solo recentemente. Leggero, interessante, ben interpretato ma appesantito da finali plurimi. Al cinema dal 26 ottobre.
Abdul Karim, umile impiegato indiano, ventenne o poco più, viene scelto per consegnare un omaggio alla regina Vittoria, in occasione del giubileo per i cinquant’anni del regno. Viene scelto esclusivamente in virtù della sua altezza, come a dire per puro caso. Diventerà il servitore, poi il segretario e infine il “Munshi”, il maestro spirituale, della regina e imperatrice. La loro amicizia sarà così salda e intima da infastidire e spaventare la famiglia reale e la corte dei più prossimi al trono, al punto che il figlio, Edoardo VII, darà alla fiamme la loro corrispondenza e ogni testimonianza di quella relazione.
Terza collaborazione tra il premio Oscar Judi Dench e il regista Stephen Frears. La Dench è nuovamente la regina del Regno Unito ma questa volta non interpreta la regina Elisabetta di “Shakespeare in love” che le è valso il premio dell’Academy, si tratta invece della regina Victoria che ha regnato nella seconda metà del diciannovesimo secolo.
Un’interpretazione di Judi Dench che è sempre misurata, convinta, e perfetta nella parte dell’anziana regnante. E’ abile anche la sceneggiatura di Lee Hall nell’esaltare il rapporto tra la regina Victoria, Abdul e tutti i personaggi che ruotano attorno a questa liaison alquanto straniante, complessa, profonda e che getta nel panico gran parte dell’entourage reale.
Mentre poteva essere estremamente facile appiattirsi verso le solite scene di corte, la regina ce ci viene presentata è una regina irascibile, antipatica, attaccata al potere ma lucidissima. La sua simpatia sincera, genuina verso Abdul, ricambiata prima per opportunismo e poi per leale rispetto e ammirazione lascia comunque spazio a siparietti tipici dovuti al diverso ceto sociale dei due protagonisti.
Se la parte divertente è lasciata a questi siparietti, alcuni riusciti, altri meno, la parte interessante è quella legata all’argomento delle diverse estrazioni sociali che creano diversi problemi di considerazione all’interno della società. Il razzismo mascherato dalla normale differenza di provenienza geografica e sociale viene presentato in diverse situazioni e la soluzione adottata dalla regina Victoria sembra slanciarsi verso un futuro che, forse non è stato raggiunto, nei fatti, nemmeno nel nostro ventunesimo secolo.
Il film risulta carico di avvenimenti e situazioni ma si protrae troppo nella durata e presta il fianco a una deriva tipica del regista Stephen Frears. Il continuo voler chiudere il film con finali plurimi e ridondanti che non lasciano spazio alla fantasia dello spettatore. Il regista si è sentito in dovere di esplicitare tutte le chiusure delle sotto trame, un inutile esercizio che ha appesantito l’intera pellicola.
Film discreto che non annoia ma che non aggiunge granché nella cinematografia mondiale di questo sottogenere che interessa le storie vere o tratte dalla realtà delle dinastie reali. Judi Dench, come sempre, attrice dall’interpretazione impeccabile.
Voto: 6,2